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Design Thinking cos'è il punto d'incontro tra metodo e innovazione?

Da Virginia FabrisIl 26/01/21

Trovare soluzioni ai problemi è sempre molto complesso, soprattutto quando bisogna far fronte a molte esigenze diverse. Nel mondo del business, come nella vita reale, il problem solving è un ambito insidioso. Come affrontarlo in modo competente?

In questo articolo ti proponiamo un approccio scrum efficace: il Design Thinking. Esso ti permetterà di procedere con metodo e creatività per trovare soluzioni innovative a problemi complessi e per rilasciare rapidamente soluzioni efficaci su misura per il tuo cliente ideale. Cosa stai aspettando? Prosegui nella lettura!

Cos'è il Design Thinking?

Cosa si intende con il termine design thinking?

Il Design Thinking è una metodologia manageriale o un modello progettuale per la risoluzione creativa dei problemi. È un processo strategico, cognitivo e pratico per sviluppare prodotti, servizi e modelli di business.

Il Design Thinking fornisce approcci alternativi finalizzati all'innovazione e al miglioramento dei prodotti, dei servizi e dell'efficienza dei processi interni. In questo tipo di modello un focus particolare è riservato alle Personae, che, con le loro necessità ed esigenze, sono poste al centro dell’intero processo manageriale.

Origine

Il metodo del Design Thinking trova la sua ispirazione nella modalità lavorativa dei designer e degli architetti. Questi ultimi, infatti, operano sempre senza mai perdere di vista il loro target e la fattibilità del loro operato.

Nel 1969, il premio Nobel Herbert Simon ha delineato uno dei primi modelli formali del processo di Design Thinking nel suo testo sui metodi di progettazione "The Sciences of the Artificial".

Il metodo è stato ulteriormente sviluppato e, quindi, diffuso nel 1991 dal professore dell'Università di Stanford Larry Leifer, dal Design Thinking Coach David Kelley e dall'informatico Terry Winograd.

Dal 2007 l'Istituto Hasso Plattner ha promosso la ricerca e l'implementazione del Design Thinking nella School of Design Thinking.

Aree di applicazione

Il Design Thinking è universalmente applicabile: il suo approccio è flessibile, creativo e allo stesso tempo metodico. Tutto ciò rende il Design Thinking una soluzione efficace per un'ampia varietà di problemi. In più, esso è applicabile sia per l’implementazione di prodotti fisici che digitali, servizi e modelli di business.

Come fare design thinking?

Il modello di Herbert Simon ha avuto una grande influenza sulla progettazione dei modelli processuali di Design Thinking utilizzati oggi.

Ci sono molte varianti del processo di Design Thinking. Infatti, esso può essere organizzato tramite la suddivisione da tre a cinque fasi. Tuttavia, tutti si basa sempre sugli stessi principi definiti da Simon nel 1969.

Quali sono le fasi del design thinking?

Vediamo insieme le cinque fasi che danno forma al processo di Design Thinking.

0. Comprendere

Esiste una fase introduttiva, che costituisce un giusto trampolino di lancio per realizzare un modello di Design Thinking efficace. Si tratta della fase della comprensione

La comprensione è la fase preliminare, che dà il via al processo di pianificazione. Durante questo momento iniziale il team multidisciplinare si impegna nell’apprendimento autonomo dell'argomento. Esso deve, quindi, operare delle ricerche e informarsi presso gli specialisti in materia.

L'obiettivo è quello di garantirsi una conoscenza approfondita dell’argomento sul quale bisognerà sviluppare il modello di Design Thinking. Infatti, in questo modo si potranno porre le basi per la creazione di un processo valido ed efficace.

In seguito, il team deve dedicarsi all’esplorazione del target ideale. Esso deve, quindi, cercare di approcciarsi ai clienti identificati come ideali osservandoli, esplorando le loro inclinazioni, la loro personalità e le loro priorità.

Per raggiungere questo obiettivo è utile instaurare una conversazione con loro per capire cosa pensano, sentono, chiedono, fanno e dicono. Ottenere una comprensione più profonda del target ideale è fondamentale per una giusta progressione del tuo progetto di Design Thinking, anche perché consente già di individuare eventuali problemi.

1. Empathize (empatizzare)

La prima vera fase processuale del modello è quella della percezione e dell’empatia. In essa, i membri del team si trasformano in veri e propri individui recettivi. Questo è il momento, infatti, in cui essi passano all’azione: in questo senso, il team inizia ad operare un’indagine ravvicinata del target ideale.

Ora, infatti, il team si deve dedicare all’osservazione e alla conversazione con i clienti. A questi deve essere esposto il progetto aziendale, devono essere fatte loro domande e devono essere resi partecipi alla discussione sui punti crociali. Le fasi di comprensione e osservazione del Design Thinking permettono ai team di costruire un senso di empatia con i clienti.

È fondamentale acquisire una conoscenza approfondita dei bisogni e delle priorità del cliente. In questa prospettiva importanti e da tenere in considerazione sono anche le sue inclinazioni e le sue predisposizioni individuali. È preferibile portare il cliente a formulare ed esprimere modalità di approccio al problema da risolvere e spiegare quali soluzioni aziendali potrebbero essere efficaci.

2. Define (definire)

La seconda fase del Design Thinking è la diretta conseguenza degli step precedenti. Ciò che a questo punto si deve definire, infatti, è il punto di vista, ovvero la prospettiva dalla quale bisogna prendere sviluppare il modello in modo tale da poter rispondere in modo efficace ai bisogni del target identificato. Insomma, questa è la fase di sviluppo del concetto "In che modo possiamo...?"

A questo punto è, poi, necessario concretizzare le conoscenze acquisite nelle prime fasi. Ciò significa che bisogna definire esplicitamente il pubblico di riferimento: chi sono le persone interessate dai problemi e quali sono le loro esigenze?

A questo scopo, è utile creare il profilo di una Persona, ovvero l'immagine del cliente ideale. Sarà questa Persona che dovrai tenere sempre a mente durante le fasi successive.

3. Ideate (trovare le idee)

La ricerca delle idee è una parte fondamentale del processo di Design Thinking. Infatti, l’insieme delle informazioni ottenute dalle fasi precedenti deve ora essere concettualizzato. Ciò significa che la conoscenza appena acquisita deve essere utilizzata per formulare idee.

Questo è il momento per dare libero sfogo alla creatività e all’immaginazione. In questa fase non esistono eccessi: osare è lecito, perché anche le idee più audaci sono benvenute e nessuna idea viene scartata. Infatti sarà questo approccio visionario che ti consentirà, eventualmente, di formulare soluzioni geniali!

È consigliabile, comunque, concentrarsi sulla formulazione di idee economiche, fattibili ed efficaci. Soluzioni troppo complesse non sono idonee per sviluppare un progetto di Design Thinking.

Una volta trovate le idee, è necessario raccoglierle, discuterle e ordinarle per gradi di priorità.

4. Prototype (sviluppare un prototipo)

La quarta fase del modello riguarda lo sviluppo di un prototipo a partire dall'idea prescelta.

La prototipazione è una parte relativamente breve del processo di pianificazione. Un prototipo può essere un disegno, una demo o una scatola di cartone. Esso è sviluppato con lo scopo di tradurre le intenzioni teoriche del team di lavoro in realtà in tempi rapidissimi.

Durante la fase di prototipazione, è importante tenere a mente i seguenti principi:

  • Fattibilità: un prototipo deve essere effettivamente realizzabile;
  • Velocità: nel suo sviluppo devono essere investiti il minor tempo e sforzo possibili;
  • Semplicità: un prototipo deve essere una versione basilare, accessibile e immediata.

Lo scopo del prototipo è quello di dare all'utente l'opportunità di sperimentare la tua idea e permettergli di fornire un feedback a riguardo.

5. Test (testare)

L’ultima fase del processo riguarda la messa a punto di un sistema di test da parte del team di lavoro. Ci sono diverse modalità per accedere al feedback dei clienti. Il più immediato tra questi è l’utilizzo di un questionario a cui devono rispondere almeno cinque utenti diversi. A prescindere dalla modalità prescelta, è importante che gli utenti possano fornire un feedback.

I feedback, tramite il sistema di test, infatti, assicurano che il prodotto finale sia funzionale per i tuoi clienti. Le informazioni ottenute, infatti, consentono di identificare cosa funziona e cosa no nel tuo prototipo. Ecco perché questo momento iterativo consente di apportare dei cambiamenti al prototipo e svilupparlo in modo consono ai feedback ricevuti.

In quest’ottica, bisogna essere anche in grado di accettare l’eventuale fallimento di un prototipo!

A prescindere dal grado di riuscita del prototipo ai test, è comunque da considerarsi come un segnale positivo che i clienti facciano domande e si impegnino attivamente nel fornirti una valutazione. Questo non solo dimostra il loro grado di interesse, ma può darti la possibilità di accumulare ulteriori informazioni importanti sul tuo target ideale.

Il processo di testing deve essere ripetuto in cicli iterativi fino a quando il prototipo non generi un feedback positivo da parte di un numero sufficientemente elevato di utenti.

Se il prototipo ha successo, la soluzione può essere implementata. Per lo sviluppo del prodotto, ha senso usare il metodo Scrum e lavorare in sprint di progettazione.

Design Thinking: un modello per creare innovazione

Il Design Thinking non è solo un metodo, ma è una impostazione mentale. Esso fornisce, infatti, un quadro per trovare soluzioni concrete ai problemi, mettendo sempre l'utente al centro. Allo stesso tempo, il Design Thinking dà spazio all’inventiva, in quanto richiede un approccio creativo.

Centrale per creare una buona soluzione di Design Thinking è capire il problema reale in tutte le sue sfaccettature, mettere costantemente in discussione le soluzioni trovate per farvi fronte e non perdere mai di vista l'utente e le sue necessità come fini ultimi di tutto il processo. Nel procedimento, bisogna anche essere in grado di scartare idee non pertinenti ed essere disposti a ricominciare da zero.

Sei pronto a far entrare il Design Thinking nella tua routine lavorativa quotidiana? Se è già parte del tuo concept aziendale, non esitare a condividere le tue esperienze con noi nei commenti!

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