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La contabilità semplificata è un regime speciale per i contribuenti che non generano un elevato fatturato annuo. Risulta, quindi, vantaggioso per alcuni tipi di partita Iva.
Ma come tenere la contabilità semplificata? Qual è il funzionamento di questo regime agevolato? Quali sono i vantaggi e gli inconvenienti? Sono state introdotte delle nuove regolamentazioni per il regime semplificato?
Troverete tutte le risposte nel nostro articolo. Quindi continuate la lettura se siete curiosi di scoprire tutti i segreti del funzionamento della contabilità semplificata.
L’articolo 18 del DPR 600/73 stabilisce che i titolari di partita Iva possono scegliere di adottare un regime contabile agevolato chiamato contabilità semplificata.
Per utilizzare questo tipo di regime agevolato, bisogna rispettare alcuni criteri economici e non superare le seguenti soglie:
Questo è il primo elemento che bisogna mettere in chiaro per spiegare come tenere la contabilità semplificata. Infatti, questo regime fiscale viene scelto dai titolari di partita Iva che non sono in grado di aderire al regime forfettario a causa di un fatturato che non rientra nel volume d’affari di quello di un’impresa medio-grande.
La scelta di adottare un regime di contabilità semplificata deve essere espressa in sede di dichiarazione IVA. Se questa decisione non viene comunicata, l’agenzia delle entrate applicherà automaticamente il regime di contabilità ordinaria.
La circolare numero 11/E del 13 aprile 2017 ha fornito una legislazione più specifica per il reddito delle imprese considerate minori in termini di fatturato annuo.
Per i titolari di partita IVA che hanno scelto un regime contabile semplificato, quali sono le novità e le modifiche a livello legislativo?
Era già da parecchio tempo che i proprietari di attività commerciali chiedevano un cambiamento nel funzionamento di questo regime fiscale agevolato.
Le modifiche richieste dai contribuenti che aderiscono a questo regime fiscale non riguardano solamente un abbassamento delle tasse e delle imposte.
La legge di bilancio del 2017 ha, infatti, apportato una modifica particolarmente rilevante per coloro che aderiscono al regime semplificato: il passaggio dal principio di competenza economica a quello di cassa. Questo significa che il loro ricavo annuo verrà calcolato in base a quanto è stato realmente incassato o speso, come per i liberi professionisti.
Per chi non si ricordasse il funzionamento del principio di competenza economica, vi forniamo una breve definizione.
Il principio di competenza è un concetto contabile che richiede che le transazioni economiche siano registrate nel periodo di tempo in cui si verificano, indipendentemente dal momento in cui i flussi di cassa effettivi per la transazione sono ricevuti.
La contabilità per cassa riconosce le entrate quando il denaro viene incassato e le spese quando vengono pagate. Questo metodo non riconosce le attività e le passività.
Molte imprese di piccola taglia scelgono di usare la contabilità per cassa perché è semplice da mantenere. È facile determinare quando una transazione è avvenuta (il denaro è in banca o fuori dalla banca) e non c'è bisogno di tracciare crediti o debiti.
Il metodo del principio di cassa è anche vantaggioso in termini di tracciamento del contante che un'azienda dispone in un dato momento: basta guardare il saldo bancario per capire le risorse esatte a disposizione della società.
Inoltre, dato che le transazioni non vengono registrate fino a quando il contante non viene incassato o pagato, il reddito dell'azienda non viene tassato fino a quando non è in banca.
La contabilizzazione dei dati contabili deve seguire il cosiddetto criterio cronologico, ovvero seguendo le date degli incassi e dei pagamenti (sia quelli emessi che incassati). Ovviamente deve essere inserita la data in cui l’importo viene effettivamente contabilizzato sul conto in banca e quindi risulta utilizzabile e a disposizione dell’azienda. Per questo motivo, si dice la prima data disponibile.
La data non è l’unica informazione che bisogna inserire nei registri contabili. Bisogna, infatti, aggiungere i seguenti complementi di informazione:
Tuttavia, l’articolo n° 18, D.P.R. 600/73, comma 4, stabilisce che se le informazioni sopra elencate sono già riportate nei registri Iva, non vi è l’obbligo di riscriverle all’interno dei registri contabili, perché sono già stata comunicate all’Agenzia delle Entrate.
Nel caso, però, di informazioni che non rientrano nell’ambito della partita IVA e che quindi non sono state registrate in sede di apertura di quest’ultima, la società ha l’obbligo di registrarle a parte rispetto a quelle che riguardano la partita IVA.
L’ultimo dato che deve essere segnalato sono le fatture eventualmente non pagate o non ancora incassate.
Nel momento in cui vi trovate a tenere la contabilità semplificata, dovete essere a conoscenza di tutti i libri contabili che vengono richiesti dall’ufficio delle imposte per il regime di contabilità semplificata per cassa.
Ecco qui l’elenco dettagliato:
Il criterio del fatturato annuo non è il solo per poter accedere al regime di contabilità semplificata. La legge stabilisce che una categoria specifica di società ha l’obbligo di aderire al regime di contabilità ordinaria:
Il regime di contabilità semplificata genera molteplici vantaggi per i contribuenti che adottano questo tipo di soluzione.
I due benefici principali sono soprattutto per quanto riguarda la redazione del bilancio. Infatti, non è richiesta:
Per quanto riguarda gli svantaggi, bisogna fare un confronto tra il regime semplificato e quello forfettario.
Infatti, la contabilità semplificata presenterà sempre dei vantaggi rispetto alla contabilità ordinaria:
Tuttavia, se un titolare con partita Iva non riesce ad adempiere ai requisiti imposti dal regime forfettario, viene obbligatoriamente classificato nella categoria dei contribuenti che godono di un regime semplificato, rinunciando così alle agevolazioni aggiuntive che sono offerte ai contribuenti forfettari.
Nel caso di un regime di contabilità semplificata, si parte come sempre dall’individuazione del reddito imponibile.
Per calcolare il reddito imponibile, bisogno utilizzare il principio di cassa e non il principio di competenza economica. Quindi, verranno considerati le entrate e le uscite che sono state effettivamente incassate o spese durante l’anno d’esercizio.
Una volta eseguita la differenza tra ricavi e costi, al risultato ottenuto vengono sottratte tutte le deduzioni previste fiscalmente per arrivare al reddito imponibile.
Alla cifra corrispondente al reddito imponibile, viene applicata l’imposta IRPEF, ovvero l’imposta sul reddito delle persone fisiche.
Questa tassa risulta obbligatoria se il contribuente rientra tra le seguenti categorie elencate all’interno del TUIR:
L’importo da versare per questa tassa viene calcolata in base al tradizionale metodo di calcolo a scaglioni che potete osservare nella tabella sottostante:
Dopo questa ampia panoramica su come tenere la contabilità semplificata, spetta a voi decidere quale regime fiscale è più adatto per la vostra attività commerciale:
Le varianti da passare al vaglio sono molteplici, a partire dal fatturato annuo, ma non solamente. Infatti bisogna prendere in considerazione le prospettive di profitto che l’impresa può generare durante l’anno contabile e quindi se la contabilità semplificata risulta conveniente o penalizzante.
Vi ricordiamo, infatti, che tenere la contabilità semplificata significa gestire un regime semplificato per quanto riguarda la compilazione dei libri contabili.
A voi la scelta!